Ma tutto questo perchè? Perchè dire certe sciocchezze? è ovvio non sia così! ma…
Perchè insistere su una manovra economica che non porta da nessuna parte in evidente deficit a debito e non a investimento?
Ora vi spiego cosa intendo…
E’ sotto l’occhio di tutti che il reddito di cittadinanza non serva a nulla o comunque a poco!
Lo dico vedendo quello che è successo con il governo Renzi e i famosi 80 euro… grande ridistribuzione, che avrebbe dovuto rilanciare i consumi interni, all’epoca fermi.
Ciò è avvenuto, ma in maniera molto meno importante rispetto alla spesa sostenuta. Questo perchè la fiducia era bassa e molti di quei soldi sono finiti a tappare buchi già creati. Utile quindi si, per le persone, ma non per avere un effetto completamente positivo sui consumi e sulla fiducia del paese.
Se vogliamo il reddito di cittadinanza… è anche peggio!
Lo dicono molti economisti, ma anche il buon senso se non ideologizzato.
Ma perchè allora il Movimento 5 Stelle vuole a tutti i costi il reddito di cittadinanza e sdogana una parola “povertà” che durante gli anni ’80 ’90 e 2000 era bandita dal lessico politico?
“Ma come?” direte voi! Si è proprio così!
Vediamo perchè!
Per molti anni uno degli indici su cui è girato tutto è il PIL, ossia il Prodotto Interno Lordo!
Cioè “tutto” si basa sulla crescita della ricchezza.
Ma perchè basiamo tutto sul PIL? La risposta è semplice: perchè per moltissimo tempo, gli economisti e politologi hanno teorizzato che vi fosse una correlazione diretta tra felicità e reddito.
Cioè più cresce la mia ricchezza più sono felice… come una retta!
Quindi il PIL, che è l’indice tra i più importanti per misurare la ricchezza prodotta era, ed è, l’indice più controllato al mondo!
Ovvio, se cresce il PIL, cresce la ricchezza, se cresce la ricchezza cresce, lo dicono politologi, politici ed economisti, cresce la felicità.
Semplice e lineare… e allora i 5 Stelle? e i Big Data? ci arrivo subito!
Con l’introduzione di nuovi strumenti di rilevazione, le analisi condotte su grandi moli di dati (Big Data) hanno però ridefinito questo paradigma!
Cioè grazie a queste analisi si è compreso che sotto una certa soglia di reddito, la relazione è vera: più aumenti il reddito, più aumenta la felicità delle persone.
Al di sopra di tale soglia non si hanno grandi effetti: all’aumentare del reddito non aumenta la felicità!
Questa è una vera e propria rivoluzione per chi fa politica! Infatti se la relazione fosse stata diretta, sarebbe stato sufficiente aumentare la ricchezza in generale per migliorare la felicità di tutti!
Ma una volta capito che l’associazione tra ricchezza e felicità non è lineare tutto cambia: bisogna concentrarsi sull’incremento del reddito per i poveri perchè i dati dimostrano che quella politica avrebbe reso di più!
Bene è esattamente quello che la Casaleggio e associati avrà notato, visto che, diversamente a quello che tutti pensano, questa azienda non è solo comunicazione, si occupa molto di analisi e scenari.
Quindi persone attente e competenti come chi lavora in quell’impresa, non si sono lasciate sfuggire un’occasione del genere.
Sono sicuro che analizzando a fondo i cavalli di battaglia del partito di Grillo, si troverebbero molte istanze, provenienti proprio dall’analisi e dallo studio di questi fenomeni, con metodi d’indagine riconducibili ai big data.
La sinistra in tutto ciò, al di là degli aspetti relativi ai partiti, non sta comprendendo questi sviluppi, legata ancora troppo spesso alla visone tradizionale ottocentesca e novecentesca della filosofia che afferisce in fondo sempre a Marx.
Questo si ripercuote tristemente nel modo di affrontare le discussioni e degli strumenti che mettono in campo le varie componenti della stessa sinistra: vecchi e superati anche quando ammantati da una grande modernità! e il peggio è che non se ne accorgono!
è come pensare che oggi la macchina fotografica compatta sia una rivoluzione… si esistono, ma sono superate dai cellulari!
Ricordo l’incapacità di raccogliere le informazioni con i sondaggi degli anni di Berlusconi!
vedo l’incapacità di colloquiare con interi strati di persone che naturalmente sono rivolti a sinistra…
Ma soprattutto il Partito Democratico è incapace di dotarsi di momenti di studio vero e approfondito per una forma nuova di proposizione.
Si ripercorrono strade già viste, in fondo si pensa sempre a un partito di tipo leninista, che ha dei meriti certo, ma che non è più possibile avere in questo momento, infatti si pensa ancora, all’organizzazione di un’elite che detta la tattica e di uno zoccolo duro di persone quasi militarizzate che operano sul territorio.
Basta andare a qualche enclave o riunione del PD, dove i “potenti”, i capi bastone quasi non ti salutano se non sei tu a ossequiare la loro magnificenza.
Oramai quell’organizzazione non funziona, ma non si riesce a superare tutto questo, al massimo ci sono tentative di modificarlo in forme solo apparentemente diverse: i comitati civici di Renzi ne sono l’ennesima riproposizione.
Si usano i social media scimmiottando una comunicazione, che di virale ed efficiente a nulla o poco, perchè nulla o poco ne sanno chi la usa e questi non si rivolgono a chi ne sa.
Mi sono ritrovato spesso a offrire strategie e innovazioni, ma invano, perchè il pensiero è là al partito organizzato in quel modo, a messaggi ripetuti in quel modo… riconoscibili, proposti stancamente.
Addirittura in campagna elettorale sono stato convocato per farmi spiegare da un esperto, come si facevano i post su FB! Cazzo non dico tanto ma almeno leggi chi sono e cosa faccio nella vita!
Renzi aveva intercettato la voglia e la necessità di cambiamento, ma l’ha tradotta sempre nello stesso modo: “io vi spiego cosa bisogna fare e non contradditemi”.
Insomma il PD dovrebbe analizzare il mondo con nuovi strumenti come i big data, trovare nuovi modi di organizzazione, individuare nuovi modi di cooperazione, nuovi modi per coinvolgere le persone… ma una volta mi sono sentito dire, ormai diversi anni fa: “inutile che mi dici queste cose rispetto ai social, qui siamo ancora alla tecnologia del Fax!”.
No siamo alla visione leninista del partito e Marxista della società…
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