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Da molto non scrivo di politica, ora dopo essere tornato ad essere segretario di uno dei circoli del Partito Democratico a Genova Sturla-Quarto, provo a dire la mia sulla forma partito.

Ad oggi la politica non è certo un catalizzatore come fu negli anni settanta, tutti gli  scandali da mani pulite a mafia capitale, certo non hanno contribuito a rendere la politica appetibile alle persone.

Piuttosto viene vista come una cosa in cui tutti rubano. Non parliamo poi del ventennio berlusconiano, dove la politica è stata schiava degli interessi dei singoli.

Ma cosa deve fare la politica per tornare ad essere un minimo attrattiva per le persone? Come si deve organizzare un partito per fare in modo che le persone vogliano tornare a occuparsi di politica?

Innanzi tutto il partito democratico che l’ultimo dei grandi partiti è organizzato come lo era il partito comunista o la democrazia cristiana, ossia come i partiti del dopo guerra: identica organizzazione.

Ma appunto questa organizzazione andava benissimo quando gli iscritti erano moltissimi, quando l’alfabetizzazione politica andava formandosi (e spesso non solo politica).

Le sezioni del PCI e della DC erano posti dove si faceva formazione, dove c’era lo svago, il calciobalilla, fino ai primi videogiochi, negli arci e nelle acli.

Adesso, con il diffondersi di internet, del low cost, del mobile, il mondo è un’altro, le esigenze sono altre e la politica, oltre ad essere vista come un covo di ladri, è anche pensata come noiosa, pesante, roba vecchia.

Ma allora che fare? c’è speranza? No, se continuiamo a pensare come nel novecento! Frasi come “bisogna andare sul territorio“, “bisogna che i circoli diventino punto di riferimento“, o ancora “ se non ci sono iscritti bisogna chiudere“…

 

In questo modo allora sì: non c’è speranza!

Si perchè così non si va al nocciolo della questione. riccardo_grassi_forma_partito_piramide_di_maslowLe esigenze delle persone cambiano continuamente, ma alla fine, alla base, le cose cambiano meno di quanto si pensi, come ci dimostrano molti studi fatti sui social network che confermano la validità della piramide di Maslow.

 

Quindi? cambiare o non cambiare? Certo cambiare e cambiare in modo drastico, nelle forme, nei modi, nella comunicazione.

In fondo Beppe Grillo e Casaleggio ci hanno fatto capire che si può ancora aggregare, motivare persone normali e portarli alla politica.

Ma cosa deve fare un’organizzazione come un partito politico in crisi di consensi? Innanzi tutto guardare cosa fanno gli altri, nel tuo stesso “mercato”, come i 5 stelle, e in altri mercati… Ma NON SCIMMIOTTARE nessuno. Quello che le persone vorrebbero dalla politica, sono le risposte alle istanze, l’appartenenza quindi, come si vede bene proprio dalla piramide di maslow, è ad un livello inferiore alla STIMA.

Quindi è necessario agire sui win back, i simpatizzanti, ex iscritti, e persone di area, per dare loro la possibilità di partecipare in modo collettivo alle scelte.

Se i partiti saranno sempre centri di potere asserviti al potente di turno, saranno sempre più perdenti. soprattutto a sinistra. Il perchè è semplice, perchè se sommiamo il pensiero novecentesco di partito, alla propensione alla chiusura dei gruppi di potere, è chiaro che i partiti sono destinati a chiudere.

Infatti ancora pochi mesi fa, sentivo frasi come “bisogna tornare sui posti di lavoro”, “dobbiamo parlare con i sindacati”, “molte categorie ci stanno abbandonando”, tutto questo significa che il PD tende per sua storia a parlare ai corpi intermedi, alle organizzazioni (sento ancora dire, che il partito deve parlare con le associazioni!!!!!!!!!!!!!!!! NOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!)

I corpi intermedi non rispondono più alle logiche di rappresentanza, andate a verificare quali sono le organizzazioni del commercio e chi rappresentano veramente, così come i sindacati confederali, etc.: pochi, sempre meno esercenti, sempre meno lavoratori, sempre meno imprese.

Il motivo è semplice, la società sta “disintermediando”, la società è liquida e sempre meno persone “appartengono”! O meglio sempre di più si appartiene a strutture piccole e limitate negli interessi.

Quindi i partiti e soprattutto il partito democratico Ligure e Genovese, deve abbandonare lo stato di rendita che crede ancora di avere e aprirsi alla società e alle persone. Ma come?

Semplice ribaltando i concetti che fino ad oggi erano la base dell’operare del partito e di molti dei suoi circoli.

Innanzi tutto pensando che la presenza sul territorio è importante, ma bisogna esserlo attraverso le idee, le proposte e la buona amministrazione.

Poi è necessario aprirsi e diventare un partito di servizio, le sedi, le aree devono essere messe a disposizione dei quartieri per dare “aria”, per fare iniziative politiche e culturali, per parlare dei problemi delle persone e del quartiere, per spiegare i meccanismi politici e confrontarsi con il sentimento delle persone.

Altra cosa fondamentale è spiegare quali siano i programmi per la città, la regione, le cose da fare, in modo chiaro e trasparente e poi chiamare i propri delegati e i propri amministratori a dare conto delle decisioni prese ad ogni livello.

Ovviamente per fare questo serve anche capire che tutte le scelte possibili, di programma e amministrative devono definire quale sia il vero obiettivo del PD, a quale blocco sociale parlare primariamente e a quali obiettivi il PD deve puntare.

Per fare questo sarebbe importante nel Partito a livello nazionale ancor prima che regionale e provinciale, fare grande chiarezza su quali sono e perchè i ceti deboli e quale strategia utilizzare per avvicinare le persone, spero che nel prossimo congresso ci sia una grande discussione su questo.

Altra cosa fondamentale da fare è utilizzare la centralità della federazione per elaborare piani di sviluppo delle politiche con format definiti ed efficaci, facendo partecipare a questo tavolo di regia, segretari, coordinatori e iscritti con specifiche capacità!

cercasi-supereroeIn questo modo le decisioni possono essere pianificate e portate nei circoli, in modo attivo e gli iscritti si sentirebbero portatori di idee. anche i format di discussione interna andrebbero snelliti, utilizzando tecniche più moderne e che possano coinvolgere davvero le persone.

Inoltre il partito democratico dovrebbe premiare il merito e non la militanza spiccia, spesso basta essere in un posto per più di un periodo di tempo per avere piccoli o grandi incarichi… è l’ora di finiamola! si devono trovare le persone più capaci per ogni tipo di attività.

Inoltre è necessario creare una regia degli interventi e del modo di comunicarli, attuando piani di sviluppo politico sul territorio, coordinati e condivisi e finalmente comunicati in modo opportuno.

Non mi dilungo sul fatto che sarebbe necessario una regia di comunicazione fatta da persone capaci di fare questo e al contempo di creare una capacità diffusa di comunicazione.

In ultimo, far partecipare i cittadini alle iniziative politiche, facendole diventare attori protagonisti, utilizzando strumenti anche semplici di apertura ma che garantiscano un livello di sicurezza altro, per evitare gli errori delle primarie. In questo modo si potranno creare programmi politici e definire livelli di intervento chiari, condivisi con tantissimi cittadini… se poi si desse seguito a questi programmi forse potremmo recuperare quel minimo di credibilità che porterà le persone di nuovo a fare politica.

Come? beh con le tecnologie che abbiamo a disposizione, nulla di più facile, basta sapere cosa fare!

Quindi un partito più snello nelle decisioni, ma più presente in termini di idee, non comandato dagli amministratori locali e capace di coinvolgere persone, che possano partecipare alle azioni collettive, come l’ideazioni di programmi e interventi specifici.

Quale forma partito? Un partito aperto, dove l’iscritto sia al centro dell’azione politica e non consumato e chiamato solo a servire alla festa dell’Unità! Festa dell’Unità asfittica e senza idee di innovazione.

Un partito coraggioso che abbandona le logiche di potere per il potere, ma che amministra in trasparenza insieme e per le persone, soprattutto le più deboli!

Inutile discutere dell’organizzazione in un partito senza idee e coraggio! 

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