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Oceano Mare

Sul davanzale della finestra di Bartleboom, questa volta se ne stavano in due.

Il solito bambino e Bartleboom. Le gambe a penzoloni, nel vuoto.
Lo sguardo a penzoloni, sul mare.
– Senti Dood… Dood, si chiamava, il bambino, visto che te ne stai sempre qui…
– Mmmmh.
– Tu magari lo sai.
– Cosa?
– Dove ce li ha, gli occhi, il mare? Perché ce l’ha, vero?
– Sì.
– E dove cavolo sono?
– Le navi.
– Le navi cosa?
– Le navi sono gli occhi del mare.
Rimane di stucco, Bartleboom. Questa non gli era proprio venuta in mente.
– Ma ce n’è a centinaia di navi…
– Ha centinaia di occhi, lui. Non vorrete mica che se la sbrighi con due.
Effettivamente. Con tutto il lavoro che ha. E grande com’è. C’è del buon senso, in tutto quello.
– Sì, ma allora, scusa… e i naufragi? Le tempeste, i tifoni, tutte quelle cose lì… Perché mai dovrebbe ingoiarsi quelle navi, se sono i suoi occhi?
Ha l’aria perfino un po’ spazientita, Dood, quando si gira verso Bartleboom e dice
– Ma voi… voi non li chiudete mai gli occhi?

Alessandro Baricco

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