Il 25 aprile è appena passato, io insieme ad un gruppo di amici (i banditi), ci siamo impegnati per festeggiare il 25 aprile in modo nuovo e un po’ irrituale, con il progetto Achtung Banditen.
Ci siamo riusciti? dipende… ma non è solo questo il tema.
Quello che ho visto e che vorrei che pian piano cambiasse è che il 25 aprile, la festa della liberazione, è rimasta una festa di parte!
I motivi sono molti ed è necessario capirli, affinchè la festa della liberazione dai nazisti e dai fascisti, non sia più una festa di parte, ma la festa degli Italiani.
I motivi storici per cui la festa della liberazione è sempre stata una festa di parte sono moltissimi, io penso che il motivo più profondo sia che i vincitori di allora, i partigiani, in particolare comunisti, erano immersi in blocchi molto ben delineati e Togliatti e tutto il partito comunista era impegnato in una battaglia politica feroce che vedeva il PCI essere il più grande partito comunista nel mondo occidentale, che poi fosse più moderato del partito socialista francese, questo era un’altra cosa, e quindi ogni cosa doveva portare lustro al PCI di allora… ma oggi il PCI non c’è più
Bisogna anche ricordare le tensioni interne che la guerra fredda ha prodotto: le stragi nere, le br, che rendevano il clima politico, veramente feroce.
In ultimo molta parte della destra non ha fatto per molto tempo, e ancor oggi, i conti con il fascimo e con la dittatura fascista e quindi per una parte (seppur piccola) degli italiani, la festa del 25 aprile non è mai stata una festa.
Non dimentichiamoci che la lotta partigiana è stata combattuta solo in una parte d’italia, il centro-nord con grandi zone escluse. Non che non ci fosse la lotta partigiana in altre parti, ma gli alleati sono arrivati prima e le città del sud erano libere un anno prima di quelle del nord.
Le dure sofferenze dell’inverno 44-45, le dure battaglia di resistenza, gli eccidi si ebbero soprattutto al nord, ribadiso, intendo la parte preminente era al nord, ma i tedeschi fecero schifezze ed eccidi ovunque come a Roma alle fosse ardeatine!
Quindi ragioni storiche e ragioni geografiche, fanno “sentire” la resistenza in modo diverso, inoltre la festa del 25 aprile è giovane se paragonata con quella dell’independence day americano (4 luglio) che risale al 1776 o alla presa della bastigla del 14 luglio 1789, quindi la memoria è ancora in quelli che hanno vissuto le tragedie del nazismo o chi le ha vissute in parte marginale perchè bambino.
Quindi l’odio che le persone avevano per i fascisti era un odio vero, dettato dalla fame, dalla durezza del regime e dei tedeschi… non è facile dimenticare e non odiare in quelle situazioni.
Io dico dobbiamo continuare a ricordare, dobbiamo però festeggiare in modo positivo… dobbiamo godere del 25 aprile! per quello che vorrei che il 25 aprile fosse la festa della libertà!
come fare? non so, non ho risposte, ma anche qui dobbiamo capire cosa sia più importante per l’Italia e soprattuto come ricordare.
Mentre ero in piazza Matteotti, ad ascoltare l’orazione ufficiale e Maurizio Lastrico recitava la poesia di Firpo sui martiri di Cravasco, pensavo, che avremo vinto quando insieme al ricordo struggente del 25 aprile, potessimo aspettarci anche una gag, un pezzo comico, insomma vinceremo veramente quando sapremo sorridere, non per irridere il passato, ma per farlo veramente e intimamente nostro.
E allora invece che lo slogan Genova non dimentica, il prossimo anno potremmo avere: Genova Ricorda!
Resistenza e liberazione, ma soprattuto combattenti per la libertà! partigiani che prendono parte alla liberazione. Un messaggio profondo e di tutti.
Io sono nato “comunista”, a 7 anni ero nello stand cinese della festa dell’unità nazionale a genova, andavo sulle navi russe a mangiare piatti che sapevano tutti di cipolla… Ho sempre vissuto la liberazione come una cosa importante, ma una festa nostra ed è ancora così. Vorrei invece che la festa del 25 aprile fosse la festa della libertà, una festa di tutto il popolo italiano, che si riconosce nei valori della libertà e dei vaolri fondanti della repubblica italiana.
Non so come fare ma sicuramente serve un nuovo modo di esprimere i concetti del 25 aprile, per parlare a nuove generazioni che saranno sempre più lontanti dagli orrori vissuti durante la seconda guerra mondiale.
Un linguaggio nuovo che possa coinvolgere e non allontanare, che possa fare del 25 aprile la festa degli italiani… è necessario parlare un linguaggio nuovo, usare nuove vie di comunicazione, facendo diventare la memoria del 25 aprile memoria condivisa e aperta alle nuove generazioni, alle quali non bisogna farlo passare come un momento truce e duro, ma come la festa della libertà.
Se guardiamo le foto dei partigiani, li vedi sempre fieri e sorridenti, così dobbiamo far diventare il 25 aprile una festa gioiosa e di cui andare fieri!
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